SelfieChemistry – Foto|Chimica

Aggiornamento estate 2024: l’articolo sull’importanza della fotografia
su supporto materiale nell’era della c.d. A.I.
e della perdita di tracciabilità dei documenti

FOTOCAMERE E  CAFFÈ – LA FOTO SU PELLICOLA NELL’ERA DELL’ AI

Questa la locandina:

 

Ho diverse proposte didattiche che partono dall’uso della fotografia per allargarsi a molti ambiti, tra cui:

  • la chimica di base, con sconfinamenti nell’ottica
  • la scienza del colore, la colorimetria e le relative applicazioni pratiche
  • l’intersezione tra la fotografia  reale (pellicole, stampe…) e quella virtuale dei bit
  • le tecniche di stampa fotografiche, artistiche, industriali, tessili
  • l’educazione visiva
  • la storia degli ultimi due secoli attraverso la chimica e la tecnologia
  • il valore dell’originale nell’epoca della cosiddetta intelligenza artificiale

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Le fotocamere a soffietto anni ’20 si sposano molto bene ai bastoni da selfie. E costano molto meno di un discreto cellulare…. o almeno così scrivevo anni fa: il rinato interesse per la foto analogica proprio nell’ultimo lustro ha fatto rivalutare parecchio il mercato dell’usato.
Questo esempio di selfiechimica è della primavera del 2015, fatta con la mia fedele Zeiss Trona per una ricerca insieme ad un artista visivo “digitale”.
L’immagine originale, in lastrina 6.5×9 cm, supera abbondantemente i 200 MPixel…

Nel corso degli anni (sì, ok, “dei decenni”) ho tenuto lezioni che incrociano questi temi, in vari contesti professionali o amatoriali, come moduli a sé stanti o inserite in corsi di vario genere.

Una organizzazione sistematica  di queste proposte nelle forme della didattica scolastica era inserita in un progetto annuale svolto nel  2015/16 al Setificio di Como, da cui sono  nate negli anni successivi alcune interessanti diramazioni, tra cui “L’età dello sviluppo” ed un modulo didattico utilizzabile per lezioni CLIL nella scuola media.

Le ho progressivamente strutturate come attività di divulgazione scientifica e di educazione permanente. Sono disponibili per scuole, enti formativi specialistici, gruppi culturali o – che bella parola! – per dilettanti.

kemdsca9925L’uso diretto di fotocamere che han testimoniato un secolo,
la genesi del colore dalle immagini monocromatiche,
lo sviluppo delle pellicole al profumo di caffè,
gli anaglifi 3D dal XIX al XXI secolo,
molti spettri, inclusi quelli infrarossi,
lo smartphone che dialoga con le folding

…eccetera…

… possono dare spunto a molte possibili esperienze, per raggiungere sia adolescenti sia seniores,
con un livello di approfondimento variabile:
kemprovette– dall’introduttivo- amatoriale fino ad alcuni aspetti di livello pienamente professionale
(in particolare nella chimica e nella gestione del colore),
– per interventi che possono andare
da un paio d’ore ad un programma esteso nell’arco di settimane.

Magari inquadrato in un percorso complessivo sulla materialità delle immagini, nei tanti secoli prima di Niépce, o a margine di altri progetti artistici.

Posso procurare, in funzione della richiesta, fotocamere o altri materiali ottici per coprire più o meno ogni settore tra quelli indicati, così come posso mettere a disposizione alcune fotocamere da battaglia che possono essere usate direttamente da chi segue i corsi, dal 18×24 mm al “4×5” (10×13 cm).

laboratorio “L’età dello sviluppo”, 2018

Fotocamere ed obiettivi sono oggetti reali, vivi, che permettono di collegarsi alla storia di chi le ha usate ed alle immagini che hanno ripreso: la storia europea del ‘900, la storia familiare di chi le ha trovate in un cassetto, come è capitato anche a tanti ragazzi e ragazze che si sono messe in gioco confrontandosi con questi oggetti e immagini che trasmettono testimonianze.
Ma soprattutto che possono ancora scattare immagini significative!

Vedere la pellicola uscire sviluppata dal trattamento  è affascinante per chi lo fa da una vita: ma aggiunge un aspetto materico del tutto nuovo per chi non ha visto altro che bit. E non servono ambienti particolarmente attrezzati, né per negativi b/n, né per il trattamento a colori del negativo (C41) o persino delle diapositive (E6).
Lo facciamo sul tavolo – di fronte, e insieme, a chi sta partecipando. 

Se sei interessato, puoi propormi qualche idea, e insieme studieremo come renderla coinvolgente e originale, e al tempo stesso fattibile per un  pubblico di esperti, o ma anche di spettatori che vogliono partecipare ad uno show piuttosto insolito.

Perché, anche in questo caso, se è noiosa non è chimica.