Riproposizione integrale, con minimi interventi editoriali, del post pubblicato su “P&p” del 30.6.98, una presentazione estesa è in questo articolo.
Cari Amedeo e Andrea, Gloria e Maurizio, Steve & c.,
il nostro capoclan doveva aver voglia di divertirsi, quando ha proposto un argomento di conversazione così banale
come “Esiste Dio?”, per il nostro salottino virtuale.
Ma vi siete sbilanciati in tanti, non posso tirarmi indietro.
Graze della provocazione, capo Gianni. Forse avevo bisogno di sfogarmi dicendo queste cose.
Si, io ci credo.
La domenica mattina scandisco per intero il Credo niceno-costantinopolitano, e sono convinto di quel che dico.
Come può farlo uno come me, tacciato di iperrazionalismo scientista, che quando vede astrologi e omeopati porta la mano al lanciafiamme? Sasha me lo chiede spesso. Lo faccio e basta.
Credo in Dio uno e trino, che un giorno spero mi farà capire cosa significa.
Credo nelle cose visibili e invisibili da Lui create.
E mi pesa meno credere nel mio angelo custode, che nel confinamento dei tre quark o nella massa del neutrino, che pure non vedo e i cui effetti mi sembrano assai meno percettibili: non di meno mi fido degli argomenti di chi sostiene che ci siano.
Credo nella resurrezione della carne, che non so come sarà ma, vi prego di fidarvi se ve lo dico, so che ci sarà. Deorum manium iura sancta sunto.
La Comunione dei Santi è un concetto letterario, ma credo di non fare del sincretismo se vi includo quelle esperienze visionarie e sciamaniche, note per intuizione diretta a tutti i popoli freschi e giovani.
Quella sotterranea immanenza che Buzzati sente fra i monti e Guareschi fra le nebbie del fiume.
Credo in Dio perché sento che c’è, e più di una volta l’ho sentito chiaramente: eppure, non somiglio a un mistico, anche se amo l’umile ipnosi dell’Om e del Rosario. Non chiedetemi di più, non lo capisco ma so che è vero, e non mi servono dimostrazioni.
E, se Dio c’è (pardon: dal momento che Dio c’e), voglio credere in Gesù Cristo, morto e risorto, perche è il solo volto rivelato di Dio che mi soddisfi.
Se su questo punto mi sbaglio sono fregato comunque, se ho ragione ho qualche speranza.
Ho avuto la fortuna di essere educato in modo cristiano ma non bigotto; ho fatto qualche incontro giusto nei momenti giusti, il mio amico don Eugenio, I’Ipotesi di Messori, l’angoscia di Quinzio, la forza che scuote le vecchie ossa di Wojtyla.
Cattolico o ortodosso?
Fa poca differenza, per cui resto cattolico, anche se hanno svilito la solennità del rito latino.
Protestante? No, grazie. Calvino e Maometto mi dannano entrambi, ma almeno in questo mondo il secondo mi concede qualche sollazzo in più.
Potrei essere ebreo, è l’unica altra strada che mi convince: ma non sono nato ebreo. Amo le volute del Talmud e anche il pietismo chassidico, per quel po’ che ne conosco, ma quando mi avvicino all’ebraismo sento che mi mancano quelle risposte che stanno nel secondo tomo di quello che Steve chiama un libriccino.
Non riuscirei a temere che forse il Messia non verrà più.
Credo perché è meno difficile del non credere?
Per avere una regola morale che poi non riesco a vivere appieno?
Penso che senza Cristo sarei il più esasperato dei nietzschiani.
Non vedo alcuna altra ragione per non fregarmene nel modo più totale, violento ed assoluto di qualunque cosa che non sia il mio piacere immediato – perchè mai avere una morale?
Se lo scopo e la fine è il Nulla, ci voglio entrare alla grande, come il sommo violatore di ogni norma.
Dolce e triste Epicuro? Austero, baltico Kant?
Etica della conoscenza, patetiche disperate tesi del vecchio Monod, dalle quali si possono trarre conseguenze diametralmente opposte alle sue?
Non prendetemi in giro, ascoltate la risata del Qohelet.
Il Dio dei filosofi lo lascio ai filosofi.
Credo nel Dio invasato d’amore di Borges (“Juan, 1, 14”), che ha bisogno di conoscere la devozione dei cani, l’amarezza del calice, l’odore di quella falegnameria.
Credo nell’amore, nell’uomo, in tutti gli uomini, nella vita. Se no, che senso avrebbe sentire Alice che si muove nella carne di Sasha?