La coscienza dello shampoo

Una storia che ho sentito nel secolo scorso.

Una mamma lavava i capelli al suo bambino. Ai tempi in cui non lo si faceva frequentemente come oggi, i formulati per l’igiene erano più rudimentali, e la pratica diceva che era meglio insistere.

Vedi – dice – lo shampoo è meglio usarlo due volte. La prima volta non fa la schiuma, la seconda volta invece sì.

Mamma – risponde – come fa lo shampoo a sapere che è la seconda volta?

Credo sia stata la prima volta che ho intuito il modo che ha la chimica di interpretare e descrivere la realtà. La prima volta i grassi da rimuovere sono molti, il tensioattivo li sta emulsionando e non ne resta una quantità libera sufficiente a formare la schiuma. La seconda volta invece il tensioattivo è in eccesso e la schiuma si forma abbondante.

Molto tempo dopo ho scoperto che è anche il sistema classico per misurare, ad esempio, la durezza di un’acqua.

Ovviamente il tensioattivo non ha una coscienza. Non sa se è la prima o la seconda volta. Ma il sistema (nel senso chimico del termine) si trova in due differenti situazioni, e da qui nasce quello che possiamo chiamare un segnale, una informazione chimica. Niente di eccezionale, è ciò che accade in qualsiasi sistema che raggiunga una situazione di equilibrio in condizioni stechiometriche differenti.  La morale è semplicemente che nell’osservare la natura bisogna avere occhi da bambino e non aver paura di fare delle domande.

 

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